MIABI: LE TESTIMONIANZE DI DON DANIEL E MICHELE TIGRI SULL’IMPORTANZA DELLA FORMAZIONE AGRARIA

MIABI: LE TESTIMONIANZE DI DON DANIEL E MICHELE TIGRI SULL’IMPORTANZA DELLA FORMAZIONE AGRARIA

Cosa abbiamo imparato dal progetto di formazione professionale agraria per i giovani sostenuto dalla Conferenza Episcopale Italiana? Ve lo raccontiamo con le parole di don Daniel e Michele Tigri, direttamente impegnati sul campo.
“La prima lezione – ci spiega don Daniel – è stata che ogni progetto nasce da un’idea e che, dunque, sono le idee che cambiano le cose: senza sforzo di concepire idee non si può fare nulla. Poi, bisogna crederci e perseverare nelle idee anche se prima di concretizzarsi passa il tempo. Da questa esperienza, inoltre, abbiamo anche imparato a conoscere il sistema di rendicontazione dei progetti di cooperazione, precisamente il modello Cei. Infine, abbiamo imparato come fare rete con le altre realtà protagoniste, con cui abbiamo collaborato proficuamente”.
Aggiunge Michele Tigri, presidente dell’associazione I sorrisi del mondo: “Questo progetto ci ha permesso di entrare in ulteriore sintonia con la realtà locale, che la mia associazione insieme a Il Buon Samaritano, frequenta da oltre dieci anni. Anche in virtù di questa amicizia, abbiamo portato avanti il progetto credendo fortemente nella centralità dell’educazione quale leva dello sviluppo. Senza educazione, formazione e conoscenza, ogni tentativo rimane vano perché non avrebbe alcun seguito. Per questo, la soddisfazione più grande è stata quella di aver visto campi trasformarsi in coltivazioni e sorgere allevamenti di maiali e conigli. Il nostro compito è stato quello di accompagnare docenti e studenti in un cambio di mentalità, ma anche di dare indicazioni pratiche, come il reperimento di cibo per gli animali e il trasporto di questo cibo, o la necessità di recintare gli allevamenti. In definitiva, grazie a questo progetto abbiamo dato un messaggio di speranza a questa bellissima gente, facendo capire che solo la continuità porta dei risultati ed evidenziando la necessità di passare dal “mordi e fuggi” di singoli aiuti alla persistenza delle opere iniziate. Con questo progetto, dunque, abbiamo creato qualcosa di stabile, capace di dare una certa sussistenza alla popolazione locale. Non dimentichiamo che possiamo mandare tutti i soldi che vogliamo ma se queste persone non vengono educate ad una continuità, queste persone si perdono. Realmente, abbiamo acceso una miccia. Operativamente, abbiamo avuto a che fare con interlocutori locali: docenti qualificati che hanno fornito insegnamenti più che altro a livello pratico, su cosa mangiano i maiali, sulla costruzione degli allevamenti e via dicendo. Per quello che ho potuto constatare, i risultati sono molto incoraggianti. Il finanziamento ha creato una grande opportunità e noi abbiamo continuato a monitorare la situazione per evitare che andassero persi gli sforzi fatti. Con un pizzico di orgoglio, possiamo dire che grazie a questo progetto e agli altri realizzati in questi anni oggi Miabi è un territorio più sviluppato, e la popolazione locale stima il nostro lavoro”.